Dire di no è un tabù e ti vergogni a farlo? Dovresti imparare a farlo con più scioltezza, gradualmente e senza strappi: questo è il consiglio generale che ci sentiamo di darti. Ovviamente questo non vuol dire andare all’estremo opposto, oppure diventare bastian contrari, ma saper calibrare le nostre risposte per vivere in armonia con se stessi e con gli altri.
Alla base del saper dire di no ci sono vari blocchi e difficoltà: in molti casi, ad esempio sul lavoro, c’è un atteggiamento di facciata legato alla società in cui viviamo, che spinge le persone a dire “sì” senza convinzione, perchè si deve farlo o per paura di punizioni oppure, al contrario, nella speranza di una promozione, di un bonus sullo stipendio o di una fee. Se la psicologia sociale ha ampiamente dimostrato che la logica punitiva e quella a premi non funzionano affatto come sembrerebbe (a meno che a sostenerlo non sia uno psicologo comportamentista), e non servono praticamente nulla tanto da indurre irrazionalità e confusione nei rapporti in questione, è anche vero che dire di “no” è diventato quasi un tabù.
Per superare questa confusione bisogna, di fatto, ricorrere a tutte le proprie forze interiori, allenarsi gradualmente a porre dei limiti a ciò che gli altri possono dirvi o farvi, facendo prevalere la parte adulta su quella più infantile o bambina che, in questi casi, tende a prevalere. Sono tante le paura legate al dire di no: la paura che l’altro possa arrabbiarsi, possa avercela con noi, che il rifiuto possa compromettere la nostra vita sentimentale o lavorativa.
Di fatto, non c’è nulla di male a dire di no, ed è quasi sempre un nostro diritto farlo, a meno che non rientriate nel comportamento più controverso e discusso degli ultimi anni, ovvero quello cosiddetto passivo-aggressivo. Dire di no è un segno anche di personalità, ed evita che persone abusanti o manipolative possano avere sempre e comunque la meglio su di noi, abusando del nostro tempo e delle nostre capacità (o addirittura del nostro corpo, in alcuni casi).